1985
ASCOLTANDO I RICORDI
Se un giorno la nebbia
tornasse ai miei occhi
fuggirei
fuggirei a testa alta
quell’orrendo pensiero
che invase la mente
quando l’adolescenza
diveniva adulta
quando da solo
premevo i miei piedi
su di un nuovo selciato
quando la vita divenne mia.
Allora mi sono piegato
alla viltà della paura
le gocce degli occhi
hanno lasciato un morbido segno
sulla pelle
incisa dal rigido inverno
che andava a finire
allora ho vissuto per paura
per il dubbio che c’era
al di la del muro
a lungo ho guardato per terra
per non vedere attorno a me
ma adesso
il mio volto si nutre dei raggi del sole
che impavidi avanzano
in lunghe distanze
per andare a colpire un ostacolo
e dar vita ad un altro ego
che striscia sui muri
e mi segue
raccogliendo di me
quello che è stato
e che non deve più
essere!!!
VITA MORTE E MIRACOLI
Mi sono adagiato sul fondo
come tutta la merda del mondo
e poi d’improvviso ho sentito
una voce dal profondo infinito
ho parlato con versi d’amore
provenienti dal centro del cuore
sono entrato violento e sicuro
nel giardino tuo turgido e scuro
ho viaggiato per ore con te
vita e morte di un nero caffè
che ho bevuto lontano una sera
che a momenti era già primavera.
È morto, è tranquillo e sicuro
il suo sangue ha macchiato quel muro
ma nessuno se n’è ancora accorto
che a seguire quell’orma di morto
si va dritti all’inferno domani
non sui piedi non sulle mani
ma sdraiati sul marmo bianco
occhi chiusi ed il corpo ormai stanco
il mio angelo mi ha perdonato
sulle labbra il sorriso è tornato!!!
MARZO 1985
Non ho voglia
di scrivere
di donne e di amori
di viaggi e di cuori
di cotte dannate
di gnomi e di fate
non ho voglia
di fare l’amore
su una pagina bianca
mi snerva e mi stanca
mi dà nostalgia
di tette e di fia
mi fa ricordare
che ho fatto l’amore
in gioia e dolore
in dolore e gioia
non ho voglia
di sentire il suono
che mi spacca la testa
come lapidi scolpite
con ferro e acciaio
con forza e dolore
con morti di cuore
non ho voglia
di parlare di me
di te
di loro
di tutto
e di tutti
di facce serene
del male
e del bene
dell’odio
e l’amore
di frecce nel cuore
di cose passate
di belve crollate
di oggi e domani
di Santi e di nani
non ho voglia
di scrivere niente
di scostante
o di arrapante
non ho voglia
di starti attaccato
come un piccolo petalo
al fiore
no
non voglio
parlare di luci
di rumori
e di tu che mi bruci
tu che vivi solcando l’aria
devi avere pietà di me
che ho vissuto
vent’anni nel buio
e per sempre ci resterò
non ho voglia
di scrivere ancora
non ho voglia
di peste o di gloria
non ho voglia
stasera
non ho voglia di scrivere!!!
Con la faccia triste
del ritorno
con addosso
la malinconia
la nostalgia
la voglia di morire
per non soffrire
la mancanza
con la voglia
di urlare
di scappare via
e tornare la
ad immergere
le membra stanche
nell’acqua limpida
a cantare
a parlare
a sentire
le solite voci
dire sempre
le solite cose
di noi
di loro
degli altri
con la paura
che sia tutto finito
con la certezza
che cambieremo
che non potremo più
essere bambini
che non giocheremo
più insieme
con la pazza voglia
di tornare indietro
per ricominciare
tutto da capo
e stringerci
ancora di più
gli uni agli altri
ed ogni volta
che finisse
scrivere ancora
per loro
e con loro
ricominciare
con mille ricordi
che mi affiorano
alla mente
stasera non dormo
piango!!!
Questi sono gli occhi
che per primi
vedranno il volto
di mio figlio
gli occhi
da cui uscirà
una lacrima di gioia
quando queste orecchie
udranno
il suo primo vagito
queste sono le labbra
che per prime
si poseranno
dolci
sul corpo
di mio figlio
le labbra
che per prime
parleranno
con lui
queste sono le braccia
che lo terranno
stretto
nella prima
morsa d’amore
queste sono le mani
che passeranno
lente e tremanti
sul suo volto
di bambino
questo è il giardino
da cui mio figlio
uscirà
quel giardino
che col tempo
tornerà a cercare
per avere
lui stesso
un figlio
a cui
carezzare
la mente
con il suono
delle labbra
e pronunciare
quelle quattro
immense
parole:
questa
è
tua
madre!!!
100
Solo un numero
per le parole
che avrei
da dire
un numero
per la mia vita
che ho vissuto
e che ho stampato
su un foglio
bianco
di carta
un numero
dietro al quale
stanno nascoste
le mie prime
cento
poesie!!!
La favola
la conoscete tutti
ma non è solo fantasia
la vita spesa
a sventrare il labirinto
per uscire
da un assurda malattia
che sta sulla sua pelle
solo il colore
ne decide la sorte
e domani
si ricorderà ancora
il seno di sua madre
senza colpe
senza rancore
mentre veloce
poggerà le sue zampe
nel cielo
e gli occhi di tutti
potranno allora
ammirare
la sua infinita bellezza!!!
Empoli stazione di Empoli
Empoli rossa di sangue
Empoli con i suoi bambini
che giocano e corrono
nei prati e nei parchi.
Empoli nemica dei cani
amica di giovani coppie
distese sull’erba
abbracciate sulle panchine
Piaggione parcheggio dell’amore.
Empoli serie B
con il suo stadio
i campi da tennis e la piscina.
Empoli con i suoi morti
e con i suoi incidenti
Empoli con la fiera a settembre
ed il deserto ad agosto.
Empoli ti ho viaggiato
ti ho calpestato in ogni tua via
ti ho girato intorno per quelle quattro strade
Empoli ti ho baciata
ti ho portato i fiori
ti ho declamata
Tu
Empoli
con la tua droga
e la piazza dei leoni
con i bar per tipi snob
con gli emigrati
con i tuoi disperati amori
pronti a sbocciare dietro ogni angolo
con le tue mille facce sconosciute
con i volti amici
con chi ti fa piangere
e chi ti fa ridere
con chi ti fa vivere in ogni tua ora
con la musica che sgorga dalle tue radio
con il pane fresco
e le paste di ieri.
Empoli le confezioni
migliaia di donne a catena
rumori di vita
la notte
il fornaio, Vivetta
e il metronotte
la mattina
il bar, la sveglia
e la cucina
a mezzogiorno butta la pasta
traffico intenso
multe salate
la scuola, lo studio, il lavoro.
Ore 18,30 giro d’Empoli
seduti sugli scalini disponibili
mille ragazzi
crescono dentro di te
con le loro cazzate
le loro bravate
ed il loro affetto per una città
portato in petto
con due parole
Empoli Amore!!!
APRILE 1985
Un ultima foto di classe, l’addio a tanti compagni di vita, per qualcuno un arrivederci a festose cene di classe non retoriche e prive di rimpianti ma piene della stessa identica gioia. Un abbraccio speciale a Daniele Superciuhone, unico e inimitabile, che ci lascerà troppo presto.
In piedi Elisabetta, la Babbiera, i’ Melo, il Parenti, Silvia, la Cocchini, i’ Biondi, la Rovetini, la Toti, la Giuntoli, Cristona, “e lei chi erà?”, l’Antoni, la Berti e la Galli.
Seduti:
il mio incubo personale, la Makkagni, prof. Di tedesco, la Castellacci,
Mery, i’ Tozzi, il Serafini, Daniele, io, il Broto, Cristina e Mara.
Adesso ci aspetta un vita di lavoro… che sciocchi a cresccere.
Sei triste stasera Parigi
vedo le lacrime dei tuoi palazzi
scendere giù verso la Senna
vedo facce tristi intorno a te
vedo che ti manca qualcosa
vedo che tendi ancora l’orecchio
per sentire
se in qualche vicolo nascosto
risuonano ancora i nostri passi stanchi
il metrò stenta a chiudere le sue porte
in un ultima vana speranza
di poterci ancora
sentir pronunciare
le sue fermate
in quell’orribile modo.
La Tour Eiffel
dall’alto della sua imponenza
non riuscirà a vederci
perché non ci siamo più
non ci sono più i contrabbandieri
i gabbatori, i menatori
gli sniffatori di caffè
gli insonni turisti
che come globuli rossi
hanno attraversato tutto il tuo corpo
dentro le vene del metrò.
Non sentirai più le nostre voci
unite in coro
per far vibrare di felicità
le corde vocali di una città.
Non ci vedrai più
camminare soli lungo le tue strade
non ci vedrai mano nella mano
per chi l’ha auta
e per chi non l’ha auta
levatelo per favore
alza, dacci un pò d’aria
metti Alabama
cantiamo Albachiara
All’ombra dell’ultimo sole
chiodo fisso
Cochis, Cocca, Tozzariello
Brotinico, Cuccuvillo
Le Schizzinosine
qui comincia la mezza avventura.
Parigi piango, piango con te
perché mi manchi
ti ho avuta solo per pochi giorni
e mi manchi
mi mancherà per sempre
la prima Parigi che ho conosciuto
mi mancherà tutto di te
tutto e tutti
i negri, i Cinesi, gli Inglesi
gli Arabi, gli Americani, gli Spagnoli
e i Francesi che non c’erano.
Addio Parigi
anche se ti rivedrò
addio
perché non sarai più tu
e non sarò più io!!!
Silvia rimembri ancora
quei giorni in cui
il freddo vento del nord
correva veloce sui nostri volti
ricordi le nostre passeggiate
per i larghi viali di Parigi
ricordi le ore di morfeo che abbiamo trascorso
uno accanto all’altra
stretti in una morsa
dolce e nostalgica
che ci ha fatto parlare di noi
dei nostri pensieri
delle nostre malattie
ricordi quando le mie labbra
si sono posate dolcemente
sulla tua guancia
per poterti portare
quell’unico e solo
messaggio d’affetto
in una notte piena di problemi
di rimorsi
di rabbia
quella notte
piena di risate
di cazzate
di scherzi e di giochi
quella notte
in cui mi hai detto
che la vita
non va vissuta
a spese degli altri!!!
Un giorno i tuoi dolci occhi
incontreranno uno sguardo sorpreso
ti porterai la mano sul petto
per sentire il tuo cuore
correre come un treno
vedrai la sua mano forte
sul suo corpo che freme
si volterà per guardarti
per studiarti
per osservarti
si fermerà
e verrà incontro ai tuoi occhi
luminosi di vita
di felicità
di amore
chiederà il tuo nome
il tuo indirizzo
ti parlerà di se
e chiederà a te
tutto della tua vita.
Vi fermerete
e volgerete lo sguardo
verso una lunga strada diritta
dove all’orizzonte
splende un sole ricco di gioia
i vostri corpi si legheranno
in un abbraccio intenso
e le labbra si poseranno sulle labbra
gli occhi socchiusi
sogneranno momenti meravigliosi
che poi verranno
quando meno te lo aspetti
e anche a te toccherà l’amore terreno
a te celeste creatura
che cammini sulla terra
senza sfiorarla
spargendo sugli uomini l’amore di Dio!!!
Poi tutto ad un tratto ti ho conosciuta
è sparita sotto i miei occhi
la seriosa snob
che per due anni
mi ha tenuto a distanza
è sparita Cristina
e così come d’incanto
anche per me sei diventata
la Cristona già di molti amica
una ragazza praticamente pazza
che in ogni momento
perde l’occasione per stare zitta.
Cosa posso dirti
questi sono gli amici che voglio io
gli amici che in ogni momento
riescono a farti ridere
anche se quello
non era il loro intento.
Certe volte mi rimproveri
per quello che faccio
mi dai spiegazioni
mi metti davanti alla logica
ma io sono di un altro mondo
io non ci credo
io
non capisco, ma mi adeguo!!!
Mery.
Mery la lunatica
che un giorno ti sorride
e l’altro ti manda a quel paese
Mery la romantica
sempre innamorata
sempre in lotta con il cuore
Mery di sinistra
con il braccio teso
ed il pugno strinto
Mery che studia
che passa i pomeriggi sul prato
con il libro in mano
e la testa tra le nuvole
Mery triste
per i contrasti in famiglia
per la scuola
per il suo amore
Mery musino di topo
che nasconde una vita
un cuore
e un universo di sentimenti
dietro i suoi enormi occhiali da vista.
Mery.
C’ero la volta
che c’erano tutti
con i propri vizi
con i propri tormenti
con la pazza voglia
di stare insieme
c’ero
e ancora ci sono
e per sempre ci sarò
perché non è umano
scordare ciò che
in questi giorni
ci ha tenuti legati
e ci ha sciolto
la lingua.
Ognuno di noi
l’ha usata
con quello
che sentiva dentro
l’ha usata
per stare con gli altri
per parlare
della vita
dei problemi
delle cazzate
e a volte
è affiorato ancora
il ricordo
di quelle sere
che abbiamo trascorso
lontano
nel freddo vento del nord
fra caffè e giochi.
Ora il sole
splende caldo
ma non ce n’è bisogno
come non ce ne fu allora
noi siamo il sole
noi riusciamo a scaldarci
nello stare insieme
nel vivere sette giorni
fuori dal mondo
con i problemi chiusi
e con la luce nel cuore.
In questa notte
buia del nero
ma accesa
in ognuno di noi
mi sale al cervello
una piccola frase
poche parole
ma ricche di forza
si ne sono certo
lo so
lo sento
è così
è per questo
che è bello
essere amici!!!
Una caccia disperata
nella jungla in riva al mare
la preda più ambita
uno sterpo secco
buono per bruciare
buono per far luce
in questa notte priva di luna.
Soffia sul fuoco
o si spenge.
I rami secchi
si contorgono
in un rosso atroce delirio
e ci uniscono
in questa fredda notte d’estate.
Immersi nell’acqua
più calda dell’aere d’intorno
correre umidi sulla sabbia bruna
e restare immobili
davanti al fuoco
a guardare le gocce di mare
scivolare lungo la pelle.
I due minuti non passano mai
e le nostre voci
si alzano fiere
nel silenzio della notte
a stonare la calma del fuoco
il fuoco è morto
viva il fuoco
che ancora
da solo
rinasce e cresce
con impeto
con amore
lieto di essere così ben accolto.
chi rimane
si stringe in un'unica forma
si abbraccia e si bacia
si stende e riposa
getta fuori la rabbia
e la paura
di quel fuoco
ormai spento
che fa vedere di se
solo rari ma rossi frammenti.
È un fuoco bastardo
hanno detto
e un fuoco vigliacco
che fra due minuti
ci lascerà soli
col nostro destino.
Quando con un pò di rimorso
copriamo quel fuoco
con piccole mosse
che muovon la sabbia
la faccia bagnata
la pancia svuotata
ci allontaniamo
a piccoli passi
sbandando insicuri
sul dolce terreno
siamo noi
un unico eroe
che impavido e fiero
ha fatto l’amore
col fuoco sincero
che intenso e alternato
più volte ha pregato
di vivere ancora
per qualche secondo
quei due minuti
più veri del mondo.
Dentro la testa
sempre le solite parole
sempre i soliti pensieri
la solita domanda
perché?!!!
Perché deve diventare
solo un ricordo
vabbè
sarà un dolce ricordo
ma non ci sarà più.
E poi?
Cosa ne sarà di noi
di noi
che ci siamo voluti bene
di noi
che ci siamo amati
per sette indimenticabili giorni.
Ecco, ancora
indimenticabili
e questo
mi fa stare ancora più male
non li voglio scordare
non li devo
ma non vorrei
mai più
separarmi da loro.
Una lacrima e poi?
Altre seguono
ma non mi renderanno
quelle facce
non me le faranno
stare ancora vicine
come quella
di lei
che per sempre avrò accanto
di lei
che non vuole sentir parlare
di quelle facce da collezione
le facce di famiglia
le facce degli amici
non sono da meno
ma sono solo
un puzzle
a cui manca un pezzo
un pezzo
che non troveremo mai
e che una volta di più
renderà inutile
questa mia triste vita
questa vita
di amori
di gioie
di dolori
e di amici di scuola
che non avrò più!!!
AL ROGO
Al rogo li manderei
tutti
poeti d’amore
d’infamia e di gioia
sconfitti e vinti
dei libri di storia
principe e papi
potenza e gloria!
Nel fuoco coi popoli di tutte le genti
nazioni prodotti miniere e correnti!
Brucia radice brucia percento
della fine dei calcoli è giunto il momento!
Bruci il bilancio bruci il senato
la buona fede e l’oggetto viziato!
Bruci la perdita e l’utile netto
il capitale ed il socio perfetto!
Bruci lo sconto con la cambiale
l’assegno in bianco ed il vaglia postale!
Bruci la lingua che dura impera
in ogni cella di questa galera!!!
Canta che ti passa
la nostalgia di ciò che non hai
manda la tua mente
a spaziare lontano dai problemi
drogati di fantasia
perché la verità è dura.
GIUGNO 1985
Un ultima vittoria ma forse anche la prima, la mitica V° E primeggia nel torneo scolastico annuale di pallavolo, un branco di imbranati ma ognuno con la propria mossa caratteristica, io mitico ricevitore, le schiacciate non schiacciate del Parenti, i fini tocchi del Serafini e le alzate del Biondi; abbiamo vinto e stravinto contro squadre capaci e ben messe, si vede che ce lo meritavamo!
L’ultimo esame, anche se si dice sempre che gli esami non finiscono mai. Scritti: Italiano: 10, Tecnica: 2; Orali: Geografia la mia passione nascosta, Diritto interrogazione sui capelli e la loro storia, io ce li avevo dritti il povero Euro era pelato!
Intanto
Scorre lento il
Tempo per
Arrivare a
Nuoto al
Bosforo dell’
Ultima meta
Lontana!!!
Le orecchie
hanno udito
un nuovo rumore
e gli occhi
hanno visto
cose meravigliose
le membra stanche
si sono posate
sul suolo
di terra straniera
e abbiamo lasciato
la nostra ombra
ancora la
a vagare sperduta
fra le genti scure
di un mondo diverso
Asia!!!
Con gli occhi sul Bosforo
mi sono ritrovato a pensare
alle menti di questa gente
dalla pelle scura
dalla faccia triste
dalla vita dura.
Per tutto quel pò di vostro
che siete riusciti a donare a me.
LUGLIO 1985
Fotoessera per la patente internazionale, Istanbul arriviamo!
Pochi ne ha presi
nella vita
molti sbagliati
ma mai
si è pentito
delle sue scelte
e a testa bassa
si è gettato
di slancio
nella penombra
certo di essere
amato
per il suo sforzo
per il suo coraggio
per il suo amore
nascosto
dietro quelle mani
dure
dietro quella voce
da basso
dietro quegli occhi
di bambino
che ancora
giocano
sul monte
tra il silenzio
delle bombe
e la calma
della guerra !!!
Ordine
ovunque
in ogni angolo della casa
sotto ogni mobile
sopra ogni cosa
ordine
quell’ordine
che non ha mai avuto
dentro la testa
per non aver mai capito
cosa le accadeva intorno
perché?
Si è ritrovata
le rughe sul viso
senza aver mai
trovato il coraggio
di urlare la sua gioia
la sua felicità
credendo
di essere amata
solo per dovere
solo per comodità
solo perché
il disordine
nella sua mente
le ha nascosto
che c’era un cuore
dietro la mano
che frugava
nelle sue tasche !!!
La quiete dopo la tempesta
niente dopo di noi?
Cosa ci dà la vita in più o in meno
di ciò che dopo ci attende, se ci attende.
E cosa sarà, se andremo incontro al niente?
AGOSTO 1985
Un
ultima vacanza con gli amici dell’adolescenza, obiettivo Istanbul via
Grecia. Patrasso Corinto Atene, Micene, Alessandropoli, Istanbul, e
ritorno, Nauplia, Olimpia e Pirgos. Troppe cose da raccontare, troppe
cose che è meglio nessuno sappia, rimarranno solo dentro di noi oppure
un giorno ci scriverò un libro.
RINO
Solo
da ultimo
ti ho conosciuto
quando
hai smesso
di essere
l’altro
quando
hai parlato
come noi
e come noi
hai fatto
sempre
le stesse
stupide cose
hai vissuto
in una sfera
di cristallo
dura come
la rocca
che finalmente
è in frantumi.
Ne sei uscito
nuovo
ed anche tu
hai sprecato
amore
per niente
anche tu
hai cantato
e stonato
con noi
e con noi
hai passato
le ore
della tua vita
migliore
con noi
hai spezzato
le briglie
del mondo
e con te
ho fatto a pezzi
la lapide
scura
che si ergeva
ripida
su di me
e minacciosa
dentro!!!
Mente giovane da invidiare
fantasie
che ti circolano addosso
come sangue nelle vene
occhi di bimbo
che hanno visto
mondi
sparsi su questa faccia di terra
un corpo esile
che non si piega
non si spezza
sotto il peso
di ciò che ha conosciuto
ogni volta che la sua orma
si è formata
fuori dal ghetto di sempre!!!
NOVEMBRE 1985
L’Ultima immagine del 1985, qui muoio, nell’attesa della mia resurrezione, qui uccido nell’attesa del mio perdono, qui cado credendo di non potermi più rialzare, qui nel fondo più profondo da cui invece non posso far altro che risalire.
Un
anno pieno di ultimi, un anno di addii, un anno sbagliato ma pieno di
tutta la vita che ho potuto metterci, un anno meraviglioso, l’anno del
tutto e contrario di tutto, l’anno del tutto a tutti i costi, delle
trasgressioni, delle pazzie, dell’immortalità, l’anno del buio che vede
come anno successivo il 1997. L’inizio del cupo Medio Evo prima del
Rinascimento.
JUVE CAMPIONE D’EUROPA
Adesso la stringi tra le mani
ma ti brucia
e i tuoi occhi
si riparano con essa
dall’orrore dei corpi accatastati
come carne da macello
il tuo volto sorride
ma le lacrime non sono di gioia
c’è il dolore
la rabbia
la speranza
che sia solo un sogno
l’hai rincorsa per anni
e l’hai avuta
proprio quando nessuno
l’avrebbe voluta.
Il loro coraggio
e il loro amore per te
rimarranno sempre nei nostri cuori
e ogni domenica
ritorneranno ancora ad urlare
nel catino della follia
torneranno per esaltarti
per ricordarci
cosa è successo
per chiederci
perché sono dovuti morire.
E noi cosa risponderemo?!!!
CONCERTI 1985
C’ero anch’io
là in mezzo
e non lo dimenticherò
mai
ero là ad urlare
mentre la musica
mi sfondava il cervello
ero là a miscelare
il suono della mia voce
e quello delle mie mani
insieme a quello di tutti
ero là
ed ho cantato
ero là
ed ho ballato
ho sentito
dentro di me
l’emozione che cresceva
ed è esplosa
in un grande urlo
proprio quando la voce
mi stava abbandonando
ma ho avuto ancora la forza
il coraggio
di gridare
di battere le mani
di cantare
per ore ed ore
era come se
un unico folle spettatore
fosse seduto davanti
al palco
in mezzo a lattine, panini
ed acqua sulla testa
per placare
la forza del sole
per ore ha atteso
e poi stanco e sfinito
è risorto
come per incanto
alle prime note
al primo assaggio di musica
ed ha vissuto
fino a che
ridotto uno straccio
ha scostato lento
il lenzuolo
ed è crollato
sul suo letto
di stelle
e di strisce!!!
Ti entra
nel sangue
e ti smuove
quelle quattro
luride
ossa
perle
di sudore
scivolano
lente
e splendenti
di luce
ritmata
sulla tua pelle
ti sfonda
la mente
quel suono
di un rombo
di tuono
ed il tuo
urlo
si getta
tra la folla
spezzando
la vista
del tuo volto
e in un
attimo
stramazzi
al suolo
mentre
il rumore
ti copre
il corpo
sudato
per la
guerra
contro
l’immobilità
e con il sole
alto
nel lembo
di cielo
non è
ancora giunta
la fine di uno zz
zz
zzzzzzz!!!
Un sacco di musica per il 1985, tienila stretta e un giorno la restituirai.
Al concerto degli “Everything but the girl” con l’attualissima “Gonna lunga da uomo” e poi un ultimo grido di vita.
L’ho visto ridere e scherzare
l’ho visto rosso di rabbia
l’ho visto
e me lo ricordo
l’ho visto alla partita
l’ho visto lavorare
l’ho visto
un ultima volta
steso su un marmo bianco
con i piedi legati
l’ho visto e ho pianto
perché non c’era più!!!
La nella valle
c’è un filo d’erba
un pò rosicchiato
del tempo passato
con i suoi denti
aguzzi e felini
morde il coniglio
quei verdi filini
coniglio scappa
che sei braccato
l’ultimo sparo
ti ha quasi ammazzato
corri e rifugi
le membra stanche
nel legno marcio
di queste panche
non uno sparo
solo un tritio
era la legge
dell’uomo di Dio
se soffri e fuggi
devi morire
sennò ti sbatti
dell’uomo nell’ire
devi tornare
nel mondo nero
dove chi arriva
non è mai straniero
poco cresciuto
molto invecchiato
ma qui di tempo
non ne è passato!!!
Eresie di una notte di sconforto
di dolore
di gioia
per ciò che dal cielo
per me si era deciso
senza pensare
al riflesso sul mio viso.
Il primo giorno creò la luce
quella luce che per milioni di anni
avrebbe dato calore e speranza
creò il sole, le stelle e una luna di specchio
per poter vedere nelle notti buie
quando la gente ha paura
e si chiude in casa
quando i cani ululano ad un pezzo di vetro.
Il secondo giorno creò la terra
dove l’uomo poteva posare la sua orma
dove l’uomo si sarebbe attaccato
con i suoi mille artigli
quella terra da difendere con la vita
da ferire con l’aratro
da uccidere con la guerra
quella terra che è una casa da abitare.
Il terzo giorno separò le acque
e innalzò le montagne
incise la pelle del mondo
e la riempì con le sue lacrime di gioia
felice per ciò che i suoi occhi divini
potevano vedere
un limpido e trasparente manto di aria liquida.
Il quarto giorno chinò la sua vecchia schiena
e diede la vita
il verde invase la terra e si sommerse nel mare
strisciò viscido lungo la costa
e si innalzò ripido correndo verso il cielo
quel verde che nasce, cresce
che dà altra vita e poi muore.
Il quinto giorno diede la vita
per correre e volare
vite che uccidono e sbranano per nutrirsi
vite da macellare, sacrificare e adorare
vite con il sangue che scorre
come un fiume in piena.
Il sesto giorno impastò con le sue mani
il fango del mondo
e dette vita ad un essere strano
un uomo
capace di dominare, costruire, distruggere
plasmare a piacere il mondo
l’uomo che scopriva, inventava, scordava
l’uomo che adorava, mistificava e bestemmiava
il nome di colui che per sei giorni aveva sudato.
Il settimo giorno si riposò
stanco e distrutto dall’odio dell’uomo
si riposò e cominciò a pensare
alla fatica che non era valsa a nulla
alle mani ancora sporche di fango
e fu in quel momento
che decise di trovare una soluzione
un sistema per soffiare via il mondo
qualcosa di veramente atomico.
Ho visto nel cielo
il volto di Dio
e un'unica sola
parola
è uscita dalle mie labbra
come un soffio di vento
grazie!!!
Quando fa buio
la gente si chiude in casa
per sfuggire alle paure
che, da sola, si è creata
per tenersi lontana dal nero
dove solo la fantasia può vedere.
La notte spengeva gli ultimi rumori della città
mentre il caldo stagnava pesante su di me
steso nudo sul letto, con gli occhi rivolti al futuro.
Ho saputo di te quando ancora non sapevo leggere
ho saputo cosa accade, dopo l’ultimo respiro
ho capito che sei stravagante, che non avverti
che quasi mai ti fai annunciare, prima di entrare in scena.
Un tempo non lontano ti ho cercata, in ogni angolo di strada
e ho capito che non ti fai pregare, non ti fai chiamare
non accetti le proposte di un uomo sotto il livello del mare.
Lo so che non mi ascolti, ma stanotte ti voglio parlare
ti voglio parlare di un ragazzo, che è morto tanto tempo fa
perché aveva già capito tutto, perché sapeva che doveva aver paura
sapeva che il giorno dopo, poteva andare peggio.
Con lui è morta la speranza, la gioia e la lealtà
e tutti ne hanno parlato, tutti ci hanno pensato
e tutti lo hanno creduto morto, ma non è così.
È tornato a trovarmi stanotte e abbiamo parlato
mi ha spiegato perché, ma io non ho capito
mi ha fatto vedere i segni del dolore e li ho toccati.
Le mie dita sporche del suo sangue hanno tremato
e lo hanno chiamato mentre se ne stava andando
si è voltato e ha sorriso, forse ha avuto pietà di me
per questo stanotte dormirà nel mio letto, accanto a me
o forse vuol dire che non è morto, che ancora vive
nell’inchiostro della mia penna, che ancora vive in me
sotto la crosta dell’uomo cattivo, sotto la pelle sporca di male.
Non venire stanotte signora, non venire proprio ora
che è tornato il mio amico, ora che ho voglia di fare l’amore con lui!!!
Non manchi mai
al tuo appuntamento
quando presto
quando tardi
ma tu
arrivi sempre.
Quando ci sei tu
si fanno le brutte cose
è quando ci sei tu
che la gente
ha paura
perché non vede
i fantasmi
che gli girano
intorno
perché
stesa al riposo
ode rumori
strani
e agghiaccianti
così chiude gli occhi
per non vedere
il niente.
C’è chi ti aspetta
per vivere
per trovare l’amore
per parlare
e tu ci sei sempre
anche con me
che ti amo
che ti vivo
che parlo dite
come fossi
un’amica
un’amica
che mi aiuta
a nascondere
i miei segreti
a celare
il mio volto
a vivere
la mia incredula vita.
Quante volte
mi hai tenuto
compagnia
nel dolore
e nel pianto
nel ricordo
e nella speranza
quante volte
ho pregato
te
di fare
ciò che
queste umili braccia
non hanno
saputo fare.
Ti ringrazio
di rompere
il giorno
con la sua
frenesia
la sua
stupidità
e la sua
oppressiva
inutilità.
È con te
che vivo.
È con te
che mille anime
dannate
come la mia
vorranno andarsene
da qui
senza
doversi svegliare
senza
morire davvero
per restare
per sempre
con te
e con la tua luna!!!
Lontano miglia e miglia
dal canto natio
odo rumori di vite umane
sempre più scarsi
e la notte prende piede
anche in questo scenario
e mi avvolge
e mi soddisfa
in questa mia prima volta
a letto
con Istanbul!!!
In questa notte
di mare
di stelle
di vento
che scorre sul viso
delle sue labbra
del suo sorriso
in questa notte d’amore
per te e per lei
per lei e per te
mi sento come
una piccola stella
lontana
quasi nascosta
sconosciuta
ma splendente
di luce che è sua!!!
La notte si spande
sul sole cocente
ma si può vedere per un attimo ancora
la vecchia signora
cammina pregando
al seno si stringe un bambino.
La luna sbiadisce
dietro la nebbia
si cela scompare in un attimo
dalla finestra
il mondo di fuori
sembra che aspetti il destino.
Arriva un rumore
dalla cantina
si sente l’odore del vino.
Un canto straziante
risale le scale
la voce che arriva
impreca nel male
una lacrima scende
e si mescola al vino
che percorre la gola
di un cuore vicino
a un tratto il silenzio
di sotto è tornato
in quel cuore d’amore malato
non sente rimorso
per quello che ha fatto
vuol solo morire in un attimo.
La piccola folla
si stringe con lui
si sente sfregare un cerino
l’odore del fumo
si spande veloce
nell’aria che è invasa in un attimo
la sigaretta
finisce nel vino
la stessa gola
lo stesso bambino
ma una mano di amica
asciuga il suo volto
e per una volta
non si sente nel torto.
Il telefono squilla
l’ennesimo trillo
veloce risponde il bambino
la voce che arriva
è a grande distanza
gli piace sentirla per un attimo ancora
si sente tranquillo
il suo cuore sorride
ormai non è più un bambino.
Il giorno si spande
sul buio costante
si potrà vedere tra un attimo
la vecchia signora
avanza ridendo
la tiene per mano il suo uomo
dalla finestra
il mondo di fuori
rimane a aspettare il destino.
Labbra più labbra
corpo su corpo
gli anni passano in un attimo
il dolore è passato
ormai è scordato
la donna si stringe il suo uomo.
Adesso rimane
un felice ricordo
che non può finire in un attimo
la fronte guarda
la terra crepata
la schiena si piega
per l’era passata.
I vecchi signori
camminan per mano
si guardan negli occhi per un attimo
seduti nell’ombra
di queste fronde
al parco han portato un bambino.
Musica: Diaframma
28 gennaio – un cast stellare canta per combattere la povertà del continente africano, da un'idea della star della musica caraibica" Harry Belafonte nasce il progetto Usa for Africa che riunisce nel 1985 alcuni dei più grandi nomi del rock e del pop americano per incidere una canzone, l’inno universale alla solidarietà verso tutti i popoli del mondo, We Are the World; sulla falsariga della consolidata Band Aid che pochi mesi prima, capitanata da Bob Geldof e Midge Ure realizza il brano “Do They Know It's Christmas?”; la risposta degli artisti americani porta la firma di Michael Jackson e Lionel Richie sotto la direzione di Quincy Jones negli studi della A&M Recording Studios di Hollywood si radunano i nomi più conosciuti della musica: Stevie Wonder, Diana Ross, Ray Charles, Tina Turner, Bob Dylan, Bruce Springsteen e molti altri fra solisti e voci del coro e dopo dodici ore di registrazione nasce un dei brani più cantati da tutto il mondo; Usa for Africa raccoglie più di 50 milioni di dollari da destinare ai popoli affamanti dell'Etiopia e approdando al progetto mondiale del Live Aid. Quando ancora il mondo si preoccupava di quelli che avevano bisogno.
13 luglio – grazie a un idea di Bob Geldof e Midge Ure si celebra la giornata del mondo per aiutare i popoli dell’Etiopia, il Live Aid, è un evento che supera anche il famosissimo Woodstock, sedici ore ininterrotte di grande musica rock con collegamenti transoceanici fra il JFK di Filadelfia e il Wembley Stadium di Londra; nei due collegamenti partecipano: Status Quo, Style Council, Boomtown Rats, Adam Ant, INXS, Ultravox, Loudness, Spandau Ballet, Bernard Watson, Joan Baez, Jack Nicholson, Elvis Costello, The Hooters, Opus, Nik Kershaw, The Four Tops, B.B. King, Billy Ocean, Sade, Black Sabbath, Yu Rock Mission, Run-DMC, Sting, Phil Collins, Rick Springfield, REO Speedwagon, Howard Jones, Autograph, Bryan Ferry & David Gilmour, Crosby, Stills and Nash, Udo Lindenberg, Judas Priest, Paul Young, Alison Moyet, Bryan Adams, U2, The Beach Boys, Dire Straits, George Thorogood and the Destroyers, Bo Diddley, Albert Collins, Queen, Simple Minds, David Bowie con Thomas Dolby alle tastiere, The Pretenders, The Who, Santana, Pat Metheny, Elton John, Elton John con Kiki Dee, Wham!, Ashford and Simpson, Teddy Pendergrass, Madonna, Freddie Mercury & Brian May, Paul McCartney, Band Aid diretta da Bob Geldof, Tom Petty, Kenny Loggins, The Cars, Neil Young, Power Station, Thompson Twins, Thompson Twins con Madonna, Eric Clapton, Phil Collins dopo aver preso un Concorde dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti d’America, Led Zeppelin con Phil Collins e Tony Thompson, Crosby, Stills, Nash & Young, Duran Duran, Cliff Richard, Patti LaBelle, Hall & Oates con G.E. Smith alla chitarra, Eddie Kendricks, David Ruffin, Mick Jagger, Tina Turner, Bob Dylan, Keith Richards, Ron Wood, USA for Africa diretti da Lionel Richie; il concerto viene trasmesso via satellite in cento paesi e visto da circa due miliardi e mezzo di telespettatori ed è considerato la più grande trasmissione televisiva di tutti i tempi. Quando ancora il mondo si preoccupava di quelli che avevano bisogno e riusciva a coinvolgere tutti.
7 ottobre – il viaggio nel Mediterraneo del transatlantico Achille Lauro sotto la guida del comandante Gerardo De Rosa viene tragicamente interrotto dal blitz di quattro terroristi imbarcati a Genova con passaporti falsi; alle 13 irrompono nella sala pranzo iniziando a sparare in aria; a bordo della nave ci sono i membri dell'equipaggio e un centinaio di passeggeri mentre la maggior parte era sbarcata per una visita guidata a Il Cairo; l'obiettivo dei terroristi è in realtà un attentato nello scalo israeliano di Ashdod ma vengono scoperti dagli ufficiali della nave a nascondere delle armi e sono costretti ad affrontare un drammatico dirottamento; i quattro terroristi sono membri del Fronte per la liberazione della Palestina, una frangia estremista dell'OLP presieduto da Yasser Arafat e chiedono la liberazione di 50 palestinesi detenuti in Israele; il Governo italiano apre le trattative per evitare una strage trovando un alleato nello stesso Arafat, che prende le distanze dai dirottatori, i tmpi si allungano e la tensione sale, il commando individua tra i passeggeri un ebreo statunitense disabile, Leon Klinghoffer, e lo assassina gettando il cadavere in mare; l'intervento di Abu Abbas, emissario di Arafat, convince i quattro a consegnarsi alle autorità egiziane con la promessa di un salvacondotto e l'Italia, ancora ignara dell’omicidio commesso appoggia la trattativa tra le proteste dell'amministrazione di Ronald Reagan, che vuole la cattura dei terroristi e dello stesso Abbas, per questo l'aereo su cui sono imbarcati viene intercettato dai caccia americani e costretto ad atterrare alla base aerea di Sigonella in Sicilia; a questo punto si consuma una vera e propria crisi diplomatica tra gli Stati Uniti d’America e l'Italia che per bocca del presidente del Consiglio Bettino Craxi dice "no" alla consegna dei terroristi che saranno arrestati dalle forze dell'ordine italiane, solo a questo punto finisce l’incubo dell’Achille Lauro che finalmente lascia l'Egitto. Quando ancora l’Italia aveva fora di fronte ai grandi del pianeta.
20 novembre – Microsoft lancia la prima versione di Windows, con menu a discesa, barre di scorrimento e le finestre che gli danno il nome che insieme al mouse accelerano e soprattutto semplificano l'utilizzo dei programmi; dopo l’avvento del MS-DOS di IBM si sente il bisogno di far affacciare alle finestre del computer anche a chi non conosce l'informatica, un sistema operativo che grazie alle finestre consente di lavorare su più programmi contemporaneamente, Paint, Windows Writer, Blocco note, calcolatrice e addirittura il gioco Othello; non è ancora il top ma le applicazioni e la versatilità aumenteranno esponenzialmente anno dopo anno. Ci siamo affacciati tutti a quelle finestre e ognuno ha visto il suo panorama.